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Esiste una terra, con una storia unica, capitale di un piccolo Stato per centinaia di anni. Il suo nome è:                                          

  

MASSERANO 

Storia di Masserano
La storia di Masserano affonda le radici nella notte dei tempi. Prima ancora di un insediamento umano stabile, nella baraggia masseranese sostava nel suo vagabondaggio nomade l'uomo di Neandhertal; in recenti scavi sono stati trovati raschiatoi e pietre per lavorare le pelli, databili tra i 50.000 e gli 80.000 anni fa. Questi reperti sono tra le più antiche tracce del Paeolitico in Piemonte. Dell'età romana si rinvennero monete e tombe con corredi nei pressi di S. Liberata, ma soprattutto nella baraggia poiché era crocevia di importanti strade e vi sorgeva il villaggio di Muro; qui gli scavi hanno fornito importanti testimonianze perché, lungo il torrente Ostola e vicino alla chiesa di S. Giacomo, sono state trovate monete romane, urne sepolcrali in cotto, un vaso lacrimale, suppellettili, fondamenta di costruzioni databili tra il I e II secolo a.C.. Oltre al villaggio di Muro esisteva anche quello di Campalona che sorgeva sulle prime alture delle colline: Campalona viene citata in un breve imperiale del 951 di Ottone I, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, in cui viene fatta donazione del villaggio all'arciprete Astulfo.
Le invasioni barbariche del decimo secolo portarono la distruzione del villaggio di Muro, i cui abitanti si rifugiarono sulle alture da cui potevano avvistare i nemici. Il Borgo Inferiore o Borgo Antico è il nucleo originario del paese e la particolarità delle costruzioni, addossate le une alle altre, rappresentava per gli abitanti un baluardo difensivo allorché venivano chiuse le porte di accesso. La maggior sicurezza del Borgo convinse gli abitanti di Campalona a trasferirsi nel nuovo centro abitato. La chiesa di S. Teonesto, costruita vicina al Borgo Antico, risale a questi tempi. Il paese prese il nome di Messerano; le ipotesi sull'origine del nome sono due. Secondo la prima, che non ha alcuna prova di sostegno, si fa risalire la fondazione del paese e il nome alle parole “Messer-hand”, cioè coltello nella mano, che deriva dal dialetto delle tribù germaniche che si erano stabilite nel luogo. Altri studiosi sostengono l'ipotesi che nel territorio si fosse stabilita una famiglia patrizia latina che aveva costruito una villa con le case per i servi: Messorio era il nome della famiglia e da questo deriva “Messoriano”.
Il nome del nuovo paese appare per la prima volta in un diploma del 1141 dell'imperatore Corrado III. Di importanza fondamentale per lo sviluppo del nuovo paese furono i legami del paese con la storia di Vercelli; verso l'anno 1000 il vescovo-conte di Vercelli che controllava il territorio fece costruire un castello i cui ruderi, nascosti da rampicanti ed erbe, si intravedono dietro il

Palazzo dei Principi. Nel 1378, in questo castello, trovò rifugio il vescovo Giovanni Fieschi dopo che era stato costretto alla fuga dai cittadini di Biella, stanchi delle sue vessazioni.
Le tumultuose vicende storiche generali dal 1000 al 1300, con la nascita dei liberi Comuni e la lotta del Comune di Vercelli con il vescovo-conte, rappresentante del potere imperiale, finisce per toccare anche Masserano. Il paese finisce per subire una doppia autorità; il Borgo Inferiore sotto il libero Comune di Vercelli, il castello e le case vicine sottoposte al vescovo-conte. Nel 1243, dopo lunghe lotte, tutto il paese passa sotto il controllo del libero Comune di Vercelli. Per favorire gli scambi, Masserano chiede a Vercelli il permesso per l'apertura del mercato settimanale ogni mercoledì, che viene concesso nel 1340. Si tratta di un importante privilegio che farà per secoli del paese il centro cui si rivolgevano gli abitanti dei paesi limitrofi per vendere e dare acquisti. Quando nella lotta contro i vescovi si inseriscono i Visconti, a Masserano si consolida la signoria dei Fieschi. Questa nobile famiglia genovese era stata scacciata da Genova e i conti di Lavagna giungono a Vercelli dove nel 1343 è creato Vescovo Emanuele Fieschi e, dopo di lui, vengono nominati altri due componenti della famiglia: Giovanni e Ludovico. Quest'ultimo, nel 1394, investe dei castelli di Masserano, Crevacuore e Moncrivello i nipoti Antonio e Giovanni e tali terre vengono staccate dal dominio della chiesa eusebiana e tale atto viene confermato dal Papa Bonifacio IX. I Fieschi saranno vassalli maggiori del Papa e il feudo sarà trasmissibile ai discendenti in cambio dell'omaggio annuale di un falco e di un calice. Nel 1480 i Fieschi avevano iniziato la costruzione della chiesa Collegiata, consacrata nel 1486, che sarebbe divenuta la nuova chiesa parrocchiale, abbandonando quella di S. Teonesto.
Nel 1505 ai Fieschi viene concesso il titolo di conte dal Papa Giulio II. Pochi anni dopo, nel 1517, Ludovico, ultimo discendente dei Fieschi, adotta come suo figlio Filiberto Ferrero: nasce la dinastia Ferrero Fieschi. Nel 1547 il feudo viene elevato dal Papa a marchesato e nel 1598 a principato.
I rapporti della popolazione con questa dinastia sono stati talora pessimi per gli aumenti delle tasse, prepotenze e ruberie. Nel 1624 gli abitanti, stanchi delle angherie del principe, accusato anche di battere moneta falsa, assaltarono e distrussero parzialmente il Palazzo dei Principi. La politica altalenante del principe, a favore dei Savoia oppure degli Spagnoli, a seconda delle

convenienze portò all'invasione del principato da parte delle truppe dei Savoia che distrussero nel 1617 l'antico castello. Sovente i Masseranesi portarono questi conflitti a Roma per far giudicare dalla Sacra Congregazione il comportamento dei principi. Nacque e si sviluppò anche l'emigrazione a Roma poiché alcune persone lasciarono il paese per tentare fortuna e, per questo motivo, dal '600 viene istituito il servizio di posta da Masserano a Roma.
Ma vi sono anche aspetti positivi: Claudia di Savoia, vedova di Besso Ferrero Fieschi, reggente del principato, fa iniziare l'erezione del convento dei Frati Minori osservanti, detti “zoccolanti” che viene terminato nel 1592, e inizia anche la costruzione del Palazzo dei Principi nel 1597. Tra le luci, che portano questo paese all'avanguardia rispetto ad altri, vi è nel 1632 l'accordo tra i consiglieri e il medico Giovanni Battista Mongilardi, che sarà stipendiato dalla comunità, per le visite gratuite agli ammalati. Ed ancora: nel 1708 i consoli deliberano “per la maggiore educatione de nostri figlioli” la nomina di un maestro comunale. Nel frattempo, poiché la litigiosità tra il Comune e il Principe raggiunge livelli elevati, nel 1767 la Santa Sede vende il principato di Masserano ai Savoia.
Con l'arrivo dell'Armata francese, a Masserano in piazza del Mercato viene innalzato l'albero della libertà, viene demolita la zecca al centro della stessa piazza e viene saccheggiato il Palazzo dei Principi. Con il ritorno dei Savoia sul trono il paese riprende il suo ritmo di vita agreste, dedito all'agricoltura: si distingue però la figura di Giovanni Battista Cassinis (Masserano 25 febbraio 1806-Torino 18 dicembre 1866) ; fu giurista e deputato, poi senatore, del regno di Sardegna prima e d'Italia poi, per due volte ministro di Grazia, Giustizia e dei Culti e Presidente della Camera dei Deputati. Nell'ultimo quarto del secolo XIX il Consiglio Comunale approva l'istituzione di un collegio-convitto ove vi siano oltre le scuole elementari anche quelle ginnasiali; queste ultime richiameranno anche i giovani dei paesi vicini. Tra l'800 e il '900 il paese vede crescere considerevolmente il numero degli abitanti, che nel 1901 raggiungono oltre 3.400. L'aumento demografico innesca uno squilibrio socio-economico sempre più accentuato nel rapporto tra le possibilità di sopravvivenza delle famiglie: è giocoforza il ricorso all'emigrazione temporanea che si fa sempre più accentuato. Molti uomini della comunità partivano a primavera per cercare lavoro in Italia e nei confinanti Stati europei, per tornare in paese alla fine dell'autunno con i soldi per mantenere la famiglia. Ai primi del '900 l'emigrazione temporanea viene sostituita da quella transoceanica, che porterà interi gruppi familiari soprattutto nelle Americhe e in Africa.

Questa risorsa viene accentuata nel periodo del regime dall'emigrazione politica, ed al paese vengono a mancare le risorse fisiche ed intellettuali. L'ultima ondata migratoria è quella successiva alla fine della seconda guerra mondiale, per poi inaridirsi nei decenni successivi. In paese prende piede l'impiego nelle fabbriche dei paesi vicini; inoltre, a partire dagli anni '70, la frazione di S. Giacomo, diviene un importante centro commerciale.


Pro Loco

Masserano Associazione Turistica




L'associazione masseranese Pro-Loco fu costituita, nella sala del consiglio del Municipio, il    31 ottobre 1954, con Presidente Ernesto Forzani e segretario Aristodemo Patriarca. Fin dall'inizio, l'orientamento dell'associazione fu di conservare e valorizzare le bellezze di cui il paese è ricco. Tali finalità sono state portate avanti dai consigli che da mezzo secolo si sono succeduti e ancora oggi vengono perseguite con sempre più entusiasmo e ambizione.




Ricordo SANDRA 

Federica;
tramite il nostro sito, non potendo farlo di personalmente, ringrazia tutte le persone che in questi giorni le hanno dimostrato affetto e vicinanza, segno evidente  che
Sandra oltre essere ben voluta ha lasciato un ottimo ricordo di se, a tutti i masseranesi  

Ridondante
a
Masserano

VICOLO OFELETTO
LAGO DELLE PIANE
CHIESA S.TEONESTO
PORTICO BORGO INFERIORE
I NOSTRI VIGNETI

La ronda del bramaterra 

Sito web

www.larondadelbranaterra.com

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Italia

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